
A Macfrut un convegno sulla peschicoltura del futuro
Eccessi di pioggia, gelate tardive, nuove fitopatie, aumento dei costi e difficoltà nel reperire manodopera specializzata: sono alcune delle cause del drastico calo delle superfici coltivate a pesco in Italia. Di come risolvere alcune di queste problematiche e della situazione internazionale della coltura si è parlato in un convegno alla recente edizione di Macfrut.
Nel 2003 in Italia si contavano 64 mila ettari coltivati a pesco. Nel 2024 gli ettari sono scesi a 36 mila. Il baricentro produttivo si è spostato al Sud. Ma le problematiche rimangono comuni. In questo quadro, le biosoluzioni rappresentano il futuro dell’agricoltura.
Ugo Palara, direttore tecnico agricolo di Agrintesa: “Le biosolutions possono diventare perno fondamentale per impostare linee tecniche innovative. Sono incentrate su sostenibilità ed efficienza produttiva, fondamentali per migliorare resilienza delle colture e capacità rigenerativa”.
Estanis Torres, ricercatore all’Istituto Irta della Catalogna: “Le coltivazioni di pesche e nettarine sono le colture fruttifere più importanti in Spagna, con oltre 1,5 milioni di tonnellate, e rappresentano il 43% della produzione di pesche dell'UE. Da sperimentazioni svolte dal nostro istituto è stato dimostrato il contributo dei biostimolanti nel contrasto agli stress abiotici. In particolare, l'applicazione fogliare di biostimolanti a base di antiossidanti, osmoprotettori e crioprotettori aumenta la tolleranza dei fiori di pesco allo stress da gelo, i biostimolanti a base di silicio possono aumentare la tolleranza degli alberi di pesco allo stress da siccità, mentre i trattamenti con calcio e biostimolanti a base di silicio possono ridurre l'avvizzimento nelle nettarine”.
Nel corso dell'incontro sono state presentate numerose biosolutions innovative per il pesco.